Marcuse e Benjamin: la denuncia delle contraddizioni del presente

(Pag. 380 - 387)

Due filosofi che si avvicinano alla Scuola di Francoforte sono Marcuse e Benjamin, i quali, nonostante la prospettiva differente, si concentrano in particolar modo sul concetto di disincantamento della società e l'oppressione che la contraddistingue.

MARCUSE

La repressione dell'individuo nella civiltà industriale


Herbert Marcuse riprende l'idea della manipolazione e integrazione sociale forzata di Adorno e, all'interno dell'opera "Eros e civiltà", afferma dunque che la civiltà si è sviluppata attraverso la frustrazione delle passioni e degli istinti. In tale riflessione unisce le teorie elaborate da Marx e Freud, ma, diversamente da quest'ultimo, che riteneva tale repressione inevitabile, Marcuse osserva che nella nostra società ne sia presente una in quantità eccessiva, detta "repressione addizionale" e che deriva dal sistema economico capitalistico. Si tratta cioè di una società incentrata sul lavoro e sullo sfruttamento che ha ridotto l'uomo a un "essere-per-la-produzione" e servo del "principio della prestazione", ossia dell'impegno di tutte le proprie energie psicofisiche nella produttività e nel lavoro anziché nel piacere e nel godimento con gli altri, che dovrebbero essere gli obiettivi naturali dell'essere umano, cosa che di conseguenza ha ridotto la sessualità a un puro fatto procreativo. Tale condizione percepita come "normale" e denominata "autorepressione da parte dell'individuo represso" si ritrova nella figura di Prometeo, l'eroe mitologico che rubò il fuoco agli dei per donarlo agli uomini, e che simboleggia la produttività che la scienza e la tecnica impongono.

Le possibili vie per superare la repressione

Fotografia di Herbert Marcuse che tiene una lezione all'Università libera di Berlino,
1967

Marcuse sostiene che vi siano 3 vie di salvezza dalla condizione umana di repressione e autorepressione, ovvero:
  1. L'arte: Analogamente ad Adorno, anche secondo Marcuse l'arte costituisce, diversamente dalla ragione, una creatività non alienata, e la sua funzione salvifica si ritrova nella sua capacità di accrescere negli uomini l'utopia, vale a dire la speranza che una ribellione contro la logica del lavoro e della fatica sia possibile. Cita quindi l'esempio di Orfeo, il cantore figlio di Apollo e rappresentazione della musica e della poesia.
  2. L'eros: L'eros costituisce invece l'energia libidica originaria non ancora repressa e razionalizzata dalle norme sociali, e, nonostante la sessualità appaia come incentivata e liberalizzata, in realtà consiste in una liberalizzazione "controllata" della società: si tratta di una sessualità volta ad ottenere il consenso attraverso l'illusione della soddisfazione, ma in cui va tuttavia  a perdersi l'erotismo, e cioè la forza dirompente e "sovversiva" che si contrappone all'ordine costituito e lo destabilizza. Ne risulta una sessualità che corrisponde a sola gratificazione materiale, mentre l'eros autentico detiene, per il filosofo, una forza che consente agli uomini di contrapporsi all'omologazione dominante.
  3. Il "Grande rifiuto": Il "Grande rifiuto" è infine un concetto che Marcuse elabora nell'opera "L'uomo a una dimensione": in esso, egli identifica negli esclusi dalla società, come i reietti, gli stranieri, gli sfruttati o perseguitati, i nuovi soggetti rivoluzionari, e cioè la forza dirompente in grado di abbattere il sistema capitalistico. Tali soggetti, seppur non lo sappiano ancora, secondo l'utopia di Marcuse si trovano in una condizione sovversiva (= che mira al rovesciamento dell'ordine costituito), che un giorno risulterà decisiva in quanto è sia necessaria, sia funge da veicolo per un futuro migliore.
BENJAMIN
Fotografia di Walter Benjamin

Ad avvicinarsi sempre alla Scuola di Francoforte, senza tuttavia farne parte è inoltre il filosofo e saggista berlinese di origine ebrea Walter Benjamin, che fu amico di Adorno e condivide l'idea della Scuola di una filosofia come critica alla società soffocante e alienante del capitalismo.

Il bisogno di emancipazione dell'uomo

Benjamin afferma difatti che la filosofia abbia il compito di rivelare il bisogno di felicità ed emancipazione dell'uomo, il quale non può essere tuttavia placato da dottrine consolatorie o riformiste: ne deriva quindi una visione tragica dell'esistenza, in cui le spinte (positive) verso la liberazione degli oppressi si contrappongono al potere (negativo) del totalitarismo culturale e politico contemporaneo. Il filosofo asserisce pertanto che l'unica soluzione sia la speranza di una possibile "rottura" nel corso della storia, ossia di un istante rivoluzionario a cui si potrebbe dar vita attraverso il desiderio di un futuro migliore che matura dalla consapevolezza di un passato costruito da "rovine su rovine": la sua prospettiva unisce quindi l'esigenza marxista di sovvertimento della realtà con il sentimento messianico (= senso profondamente religioso della speranza) e utopico tipico dell'ebraismo, che attende la venuta di un messia, e cioè di un salvatore. Di conseguenza, all'uomo spetta di guardare il passato, causa di un'angoscia presente, alimentare l'aspettativa del suo superamento e della realizzazione di pace e giustizia, che tuttavia risiede in un evento catastrofico privo di prevedibilità e della certezza che possa effettivamente portare alla salvezza.

L'arte nell'epoca della riproducibilità tecnica

Seriegrafia su inchiostro e pittura acrilica su tela "Marilyn Diptych" di Andy Warhol,
1962

Marcuse, allo stesso modo di Adorno, individua nell'arte una capacità critica nei confronti della realtà, e nel saggio "L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica", egli afferma che un prodotto artistico si contraddistingua per 2 valori: quello correlato alla sua "aura" e quello commerciale. Contrariamente all'epoca in cui un'opera d'arte era ancora irriproducibile e caratterizzata da un "alone di sacralità" e un valore economico particolarmente elevato, l'avvento della tecnologia ha consentito la riproducibilità tecnica  di un'opera, ossia la possibilità di moltiplicarla e diffonderla tramite tecniche di fotografia, video ec., che la rendono accessibile alle masse e permette a tutti di divenire al tempo stesso spettatori e autori, poiché tutti possono disporre di tali mezzi.

I nuovi orizzonti dell'arte

Benjamin si sofferma sul superamento di una concezione classista e borghese dell'arte, in quanto persino i capolavori sono a disposizione non più di un gruppo  elitario, ma di un vasto pubblico. La riproducibilità di un'opera porta l'arte ad assumere inoltre una valenza politica, data dalla perdita della sua aura sacrale e l'impiego di una molteplicità di strumenti e di materiali finalizzati a sovvertire ogni tradizione. Essendo dunque accessibile a chiunque, l'arte per Benjamin rappresenta per le masse una nuova possibilità e un mezzo rivoluzionario di contestazione dell'ordine esistente, la cui distruzione aprirebbe infine una strada verso felicità. 

Riassunto

La condizione dell'uomo nella civiltà industriale e tecnologica è analizzata da:

Marcuse afferma che:
  • nella società industriale è presente una quota addizionale di repressione, infatti l'uomo è asservito al principio della prestazione, il quale comporta il soffocamento del principio del piacere che presiede nella sessualità;
  • vi 3 vie di uscita dalla condizione di repressione:
  1. l'arte: alimenta l'utopia, cioè la speranza che sia possibile ribellarsi alla logica del lavoro e della fatica;
  2. l'eros: è una forza dirompente che comporta una contrapposizione all'ordine costituito;
  3. il "Grande rifiuto": dev'essere opposto dai nuovi soggetti rivoluzionari al sistema capitalistico.
Benjamin afferma che:
  • l'emancipazione dell'uomo è attesa messianica di un istante rivoluzionario che affonda le sue radici nel passato, infatti la visione delle rovine della storia stimola la spinta verso un futuro migliore;
  • nell'epoca della riproducibilità tecnica, l'opera d'arte si rende accessibile a tutti. Ciò comporta:
- la perdita della sua aura di sacralità;
- l'acquisizione di una valenza politica, infatti offre alle masse una nuova possibilità di contestazione dell'ordine esistente.

Concetti a confronto: L'analisi della società capitalistica

Weber:
  • l'epoca capitalistica è dominata dal "disincantamento" e dal "dovere" del profitto;
  • l'uomo deve comprendere l'epoca contemporanea per recuperare i significati della sua esistenza ed evitare nuove forme di dominio
Horkheimer e Adorno:
  • l'epoca capitalistica è dominata dalla ragione strumentale e dai condizionamenti dell' "industria culturale";
  • l'uomo, grazie alla dialettica negativa e all'arte, deve denunciare i pericoli di un mondo amministrato, sviluppando un atteggiamento critico
Marcuse:
  • l'epoca capitalistica è caratterizzata da una forma di "repressione addizionale";
  • l'uomo, grazie all'arte, a una sessualità non controllata e al Grande rifiuto deve ribellarsi alla logica del lavoro e della prestazione
Benjamin:
  • l'epoca capitalistica è segnata dalla contraddizione tra spinte verso la liberazione e totalitarismo culturale e politico;
  • l'uomo deve volgersi a contemplare le rovine del passato traendone stimolo per un'istante rivoluzionario che frantumi il corso della storia

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