Sigmund Freud

(Pag. 229 - 232)

Fotografia di Sigmund Freud di Max Halberstadt
per il New York Times,
1922


L'ENORME RILEVANZA DELLA PSICOANALISI

Sigmund Freud è il padre della psicoanalisi, una disciplina che, nel Novecento, ha avuto una notevole influenza in ambito scientifico, culturale e persino artistico. La psicoanalisi rappresenta difatti la terza grande rivoluzione della storia occidentale dopo la rivoluzione copernicana, con cui Copernico aveva ridisegnato l'immagine dell'universo, e quella darwiniana. Freud, invece, trasforma radicalmente l'immagine dell'io, della coscienza e della personalità e rivela l'esistenza di una zona buia e impenetrabile alla ragione, ossia l'inconscio.

LA FORMAZIONE DI FREUD

La psicoanalisi ha origine da un rapporto di continuità e discontinuità rispetto alla psichiatria dell'epoca: nella fine dell'Ottocento, la psichiatria individuava la causa della sofferenza mentale in una patologia organica (fisica), metodo che fu poi abbandonato con la psicoanalisi.
Freud frequenta a Vienna il liceo e successivamente la Facoltà di medicina, dimostrando eccellenti doti intellettuali: quando entra all'università padroneggia già diverse lingue, si laurea in medicina nel 1881 con tre anni aggiuntivi per approfondire argomenti che il programma sfiorava appena e segue in contemporanea un corso di filosofia. In seguito alla laurea, Freud inizia a lavorare in vari laboratori di ricerca, e nel reparto di malattie nervose dell'ospedale di Vienna sperimenta su sé stesso e sull'amico Ernst Fleischl gli effetti psicologici della cocaina, che spera di sostituire alla morfina. Avendo tuttavia ignorato i suoi effetti collaterali, la morte dell'amico avrà un peso rilevante sulla sua vita. 

LO STUDIO DELL'ISTERIA

Fotografia di Joseph Breuer,
1905

Nel medesimo ambiente, Freud inizia a interessarsi inoltre dei casi di isteria (dal greco "hystéra" che significa "utero"), uno stato patologico della psiche che all'epoca era associata a una malattia organica nelle donne. Il massimo esperto in materia era il dottor Jean-Martin Charcot, che lavorava all'ospedale La Salpêtrière di Parigi dove Freud si reca con una borsa di studio e sarà un'esperienza determinante per il suo percorso in psicoanalisi. Difatti, grazie a Charcot, Freud approfondisce il metodo dell'ipnosia cui fu già introdotto dal medico Joseph Breuer, che fu suo grande amico e soprattutto punto di riferimento. Da Breuer egli apprende i dettagli più stimolanti del caso di Anna O., che fu fondamentale per le sue successive scoperte.

IL CASO ANNA O. E IL METODO CATARTICO

Fotografia di Bertha Pappenheim (Anna O.),
1882


Al suo rientro a Vienna, Freud riprende assieme a Breuer l'analisi del caso di Anna O., una giovane donna affascinante e intelligente, affetta da una strana forma di isteria con sintomi gravi di paralisi motorie, tosse nervosa, turbo dell'udito e della vista, anoressia, afasia (= incapacità di articolare e comprendere le parole) e idrofobia (= paura del bere). Breuer sottopose la paziente a ipnosi, una pratica che induce nel soggetto uno stato psicofisico simile al sonno e che ne diminuisce la capacità critica e aumenta la suggestionabilità: così facendo, scoprì che quando era bambina aveva visto bere in un bicchiere il cane della sua governante, verso la quale nutriva sentimenti di odio, provando quindi grande ripugnanza. L'episodio era stato dimenticato, ma i sintomi di idrofobia grave di Anna O. furono superati solamente grazie all'ipnosi, che faceva affiorare circostanze recondite (= nascoste) della vita individuale e che consentiva una liberazione, detta "catarsi", dagli impulsi psichici rimasti inibiti (= bloccati) nel passato. Tale metodo fu dunque definito catartico e fu una tappa fondamentale nella formazione di Freud, in quanto, nonostante fosse ancora in una fase sperimentale, lo portò a individuare una connessione tra i sintomi del paziente e determinati fatti dimenticati della sua vita passata, e quindi a intuire l'esistenza dell'inconscio.


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