Horkheimer e Adorno: La razionalizzazione del mondo e i suoi rischi

(Pag. 368 - 376)

Fotografia di Max Horkheimer (a sinistra) e Theodor Adorno (a destra),
1964
Horkheimer e Adorno esaminano la condizione dell'uomo nella società capitalistica, in cui domina un'organizzazione razionale del lavoro e prevale una ragione strumentale.

LA SCUOLA DI FRANCOFORTE

La Scuola di Francoforte fu fondato nel 1922 a Francoforte presso l'Istituto per la ricerca sociale da un gruppo di intellettuali marxisti indipendenti, ossia non appartenenti ad alcun partito politico, che si occuparono di elaborare una teoria critica della società. Il primo direttore dell'Istituto fu l'economista Kurt Albert Gerlach, a cui successe Karl Gruenberg, che nel 1910 aveva fondato l'importante rivista "Archivio per la storia del socialismo e del movimento operaio". L'Istituto fece un salto di qualità con l'assunzione del filosofo Max Horkheimer, ma con l'ascesa di Hitler esso fu perquisito e chiuso con l'accusa di aver promosso attività contro lo Stato. Nonostante la maggior parte dei membri dell'Istituto è costretta a emigrare, l'attività dell'Istituto inizia a focalizzarsi sui temi dell'oppressione e dell'autoritarismo, osservando in particolar come sull'avvento dei nuovi mezzi di comunicazione e il ruolo della famiglia siano il luogo di produzione del consenso sociale.

HORKHEIMER

Fotografia di Max Horkheimer

La concezione dialettica della realtà sociale

Le tre analisi condotte dalla Scuola di Francoforte si fondano sulle tragedie storiche della prima metà del Novecento che modificarono radicalmente i rapporti sociali, quali i regimi totalitari in Europa, lo scoppio della seconda guerra mondiale, i campi di sterminio e  la società dei consumi e delle comunicazioni di massa. Essi sono fenomeni nuovi a partire dai quali si svilupparono diverse interpretazioni. L'obiettivo principale degli studiosi della Scuola di Francoforte è quello di aggiornare gli strumenti teorici con cui analizzare una nuova realtà sociale, economica e culturale, la quale presenta contraddizioni gravi e irriducibili. La concezione di Horkheimer si contrappone al metodo scientifico o positivo e la dialettica hegeliana, in quanto essi forniscono un'immagine statica della realtà e della società senza comprenderne le lacerazioni interne.
L'analisi di Horkheimer si discosta dalla tradizione marxista in particolare nella riflessione sull'enorme potere della scienza e della tecnica nel mondo contemporaneo: se per Marx la scienza consentiva lo sviluppo economico e sociale e l'alienazione era causata dal sistema di sfruttamento degli operai, d'altro canto per Horkheimer la scienza non è neutrale, ed è invece una forma di dominio che oggettiva e reifica (= riduce a "cosa") tutto ciò che analizza, sottoponendola al suo potere.

La "Dialettica dell'Illuminismo"

L'idea secondo la quale la scienza e la tecnica da strumenti di emancipazione si siano trasformati in terribili fattori di repressione è illustrata in un'opera fondamentale della Scuola di Francoforte, intitolata "Dialettica dell'Illuminismo", che giudica l'intera civiltà occidentale come una storia di regresso e di imbarbarimento contrariamente alla visione ottimistica del positivismo (scienza = progresso sociale).
Horkheimer e Adorno identificano più l'Illuminismo con la corrente di pensiero del Settecento, bensì come una mentalità operativa e pratica che ha portato l'uomo a confidare unicamente nella sua ragione e capacità di controllare la realtà. L'organizzazione scientifica del lavoro e lo sfruttamento razionale della natura hanno da un lato aumentato la ricchezza, ma dall'altro accresciuto l'infelicità degli individui (es. per via dei ritmi frenetici lavorativi, a operaio e imprenditore non è consentito pensare a sé stessi e ai propri bisogni). L'uomo industriale ha dunque accresciuto il suo potere sulla natura, ma al contempo ha imprigionato e sottoposto sé stesso a un'etica del guadagno e del profitto, la quale sopprime le passioni e la gratificazione immediata.

Ulisse e il destino dell'Occidente

Il rovesciamento degli ideali dell'Illuminismo si colloca nel capitolo della "Dialettica dell'Illuminismo" dedicato al mito dell'incontro di Ulisse con le sirene, che Horkheimer e Adorno sostengono esser una metafora della logica di repressione della civiltà borghese. Sia Ulisse, sia i marinai sono infatti costretti a reprimere il loro impulso al piacere e proseguire nel loro dovere.
Horkheimer afferma inoltre che Marx si sia illuso, poiché aveva teorizzato la liberazione della società attraverso una rivoluzione, ma la storia ci dimostra che l'umanità sta procedendo verso un mondo oppresso dalla tecnica e dalla rigida organizzazione burocratica e sociale. Per conservare l'uguaglianza occorre limitare quindi la libertà.
L'ultima fase di Horkheimer si focalizza sulla concezione di Dio come anelito (= Sehnsucht), e norn certezza, a cui tendere, e rappresenta la speranza che, di fronte alle ingiustizie terrene, la giustizia non sia "l'ultima parola".

ADORNO
Footgrafia di Theodor Adorno

La formazione e il carattere asistematico

Theodor Wiesengrund Adorno nasce a Francoforte e studia musica da giovane, approfondisce la disciplina a Vienna con il grande compositore Arnold Schoenberg, e sarà una passione che durerà per tutta la sua vita. Completa studi filosofici attraverso Kant, Hegel, Schopenhauer, Kierkegaard e Nietsche, e si interessa inoltre di arte, critica letteraria, sociologia e storia della civilità.
Adorno interpreta il presente come un mondo in frantumi, in cui l'antica armonia è andata distrutta in modo irreversibile, come ad esempio osserva nella raccolta di 153 aforismi "Minima moralia", in cui definisce il "mondo amministrato", ovvero la società industriale avanzata in cui ogni aspetto della vita è pianificato e controllato. Il filosofo constata pertanto l'incapacità delle persone di prendere coscienza del condizionamento ideologico a cui sono sottoposte.

La dialettica negativa

Nel suo scritto "Dialettica negativa", Adorno tenta di smascherare i limiti della ragione scientifica.

La critica ai mezzi di comunicazione di massa

Una parte della riflessione di Adorno è dedicata alla critica dell'industria culturale, espressione che indica come i mezzi di comunicazione di massa corrispondano a strumenti di manipolazione delle coscienze, ossia a strumenti di potere con cui persuadere e influenzare inconsapevolmente gli individui della bontà dell'organizzazione sociale. Essi non sono dunque fonte di informazione, ma sono i mezzi attraverso cui l'industria culturale veicola i propri valori (benessere, arricchimento, consumismo, moda, conformismo), e sono finalizzati a integrare gli individui di un "sistema". La critica di Adorno si rivolge in particolare alla pubblicità, la quale con un linguaggio seducente riduce gli uomini a schiavi  delle strategie del sistema.

L'arte come rimedio di oppressione del "mondo amministrato"

Adorno sostiene che un rimedio contro l'ideologia del mondo oppressivo e conformistico si ritrovi nella musica dodecafona ideata da Arnold Schoenberg, la quale spezza la relazione tra suoni e, creando dissonanza e disarmonia, consente una maggiore consapevolezza umana del "negativo".
Nel suo ultimo scritto, "Teoria estetica", egli rivendica infine l'arte come "contenuto di verità", capace cioè di sfuggire ai meccanismi del mondo amministrato e di denunciarne la crudele inumanità (es. avanguardie: mettono in discussione i canoni estetici tradizionali). L'arte è anche desiderio e "anticipazione utopica" di un futuro migliore e più umano. una via di fuga dai suoi condizionamenti, perché f

Riassunto:

Horkeimer e Adorno sviluppano una teoria critica della società occidentale:
  • in "Eclisse della ragione", Horkheimer afferma che la scienza è una forma di dominio, infatti oggettiva e riduce a "cosa" ciò che analizza, assoggettandolo al proprio potere. Da strumento di emancipazione si trasforma in un fattore di repressione;
  • in "Dialettica dell'illuminismo", Horkheimer e Adorno affermano che la mentalità pratica e oggettiva dell'Illuminismo ha generato un aumento della ricchezza materiale, ma nello stesso tempo ha prodotto un aumento dell'infelicità degli individui sottomessi alla logica del guadagno e del profitto;
  • in "Minima moralia" e "Dialettica negativa", Adorno sostiene che:
- nel "mondo amministrato" ogni aspetto della vita è controllato e pianificato a causa della industria culturale: l'apparato dei mezzi di comunicazione di massa;
- vi sono due vie di salvezza dall'oppressione della società: la dialettica negativa e l'arte




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