L'origine della prospettiva rivoluzionaria di Marx

(Pag. 62 - 66)
Karl Marx in un dipinto di John Jabez Edwin Mayall
1920
GLI STUDI GIURIDICI E FILOSOFICI

Karl Marx nasce nel 1818 a Treviri, in Germania, presso una famiglia di origine ebraica convertita al protestantesimo. Dopo essersi iscritto alla Facoltà di giurisprudenza di Bonn e aver partecipato attivamente alla vita delle associazioni studentesche, inizia a condurre un'esistenza disordinata e ad accumulare debiti. Si trasferisce successivamente a Berlino, che prometteva un ambiente più severo e uno studio più rigoroso, e decide in seguito di dedicarsi alla filosofia schierandosi nella sinistra hegeliana e collaborando con Ruge. Nel 1841 si laurea in filosofia con una tesi intitolata "Differenza tra la filosofia naturale di Democrito e quella di Epicuro", già connotata dal suo orientamento filosofico di stampo materialistico e naturalistico.

GLI ANNI DI PARIGI E BRUXELLES

Friedrich Engels in una riproduzione fotografica a colori
1879

Diviene, inoltre, redattore della rivista "Gazzetta renana", che, una volta chiusa dal governo, lo porterà in esilio a Parigi, dove fonda gli "Annali franco-tedeschi" allo scopo di continuare l'opposizione politica al riparo dalla censura prussiana. Anche tale rivista verrà soppressa in via della posizione radicale assunta, e Marx viene espulso e mandato a Bruxelles. Il periodo di Parigi e Bruxelles sono anni di intensa produzione scritta di economia e filosofia, in cui il filosofo si appoggia all'amicizia stretta con Engels, che lo finanzierà per tutta la vita. Nel frattempo si discosta da Hegel, di cui rifiuta la riduzione del reale all'ideale, e da Feuerbach, di cui inizialmente apprezzava il fatto di aver riportato la filosofia a occuparsi della concretezza, e in particolare dell'uomo e dei suoi aspetti naturali.
Negli stessi anni, Marx analizza in aggiunta le posizioni dei socialisti francesi, che nell'opera "la miseria della filosofia" descrive come "borghese" e "utopistica" al contrario del "socialismo scientifico", che propone un realistico progetto di rivoluzione sociale all'interno del sistema capitalistico.

L'IMPEGNO POLITICO E LE FORME DELLA COMUNICAZIONE FILOSOFICA

Nel 1847 si tiene a Londra il primo congresso della "Lega dei comunisti", che incarica Marx ed Engels a redigerne il programma, che essi denomineranno "Manifesto del partito comunista" e che incarna l'opera fondante del marxismo. Il suo motto è "Proletari di tutti i paesi, unitevi!" in nome dell'obiettivo comunista di abbattere il dominio della borghesia per fondare una nuova società senza classi.
Marx ed Engels si recano in seguito a Colonia per partecipare ai moti rivoluzionari degli operai tedeschi e fondano la "Nuova gazzetta renana", per cui Marx sarà espulso nuovamente dalla Germania, emigrerà in Francia ed infine si stanzierà a Londra, dove vivrà in estrema indigenza (= povertà) ma pubblica la sua opera più significativa, "Il capitale". Prima della sua morte del 1993, si dedicherà anche allo studio dell'economia politica, ossia della dottrina che esamina il processo di sviluppo economico della società e i cui fondatori sono Adam Smith e David Ricardo.
Dai numerosi scritti lasciatoci, è dunque possibile individuare varie forme di comunicazione del suo pensiero, tra cui il saggio (es. "Il capitatale"), l'articolo di giornale (fu infatti giornalista), il phamplet e ii discorso politico.

Riassunto:

Marx:
  • con "L'ideologia tedesca" prende le distanze da Hegel, del quale apprezza l'idea che la storia sia frutto di un processo dialettico, ma rifiuta la riduzione del reale all'ideale e la visione astratta;
  • con le "Tesi su Feuerbach" prende le distanze da Feuerbach, del quale apprezza tuttavia l'attenzione rivolta all'uomo come essere sensibile e concreto;
  • con "La miseria della filosofia" critica la posizione dei socialisti francesi, che giudica borghese e utopistica, al contrario del socialismo scientifico fondato sull'analisi della realtà economica e orientato a una sua trasformazione sociale;
  • con il "Manifesto del partito comunista" esplicita l'obiettivo comunista, cioè abbattere il dominio della borghesia per affermare una società senza classi.


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