L'alienazione e il materialismo storico

(Pag. 68 - 76)

L'ANALISI DELLA RELIGIONE

Scena tratta dal film "Tempi moderni" di Charlie Chaplin
(1936)

Marx apprezza l'analisi filosofica di Feuerbach, il quale aveva individuato l'origine umana della religione e dell'idea di Dio e ricondotto la filosofia da un'indagine astratta a una concreta dell'uomo, ma ciononostante realizza che essa non fornisce effettive spiegazioni sull'origine dell'alienazione religiosa. Decide dunque di replicare a tale interrogativo, affermando che gli uomini sono portati a trasferire una parte di sé in un principio religioso esterno per via del malessere che provano nella realtà in cui sono costretti a vivere, ed è per tale ragione che la religione risponde al bisogno di consolazione dell'uomo sofferente e oppresso nella vita sociale. In una realtà immaginaria è difatti possibile avverare le proprie aspirazioni di felicità irrealizzabili nella vita terrena: tale condizione artificiale, che come una droga consente di meglio sopportare la propria situazione materiale, è dunque il motivo per cui la religione è definita da Marx "l'oppio dei popoli". Se per Feuerbach l'oppressione materiale poteva essere abbattuta abolendo la religione, per Marx invece occorreva trasformare la realtà e superare concretamente le ingiustizie e disuguaglianze affinché l'uomo non necessiti più di espedienti per affrontare la propria insoddisfazione.

L'ALIENAZIONE DELL'OPERAIO

Scena tratta dal film "Tempi moderni" di Charlie Chaplin
(1936)

Un primo problema affrontato da Marx consiste nella ricerca delle radici dell'alienazione correlata non più alla religione, bensì alle condizioni economiche e sociali degli operai. In tal senso, egli si non la interpreta come fenomeno spirituale, ma come espressione concreta e storica della "disumanizzazione" caratteristica dei rapporti lavorativi nella società capitalistica, e ne individua 4 aspetti fondamentali:

1. In primo luogo, l'operaio è alienato nei confronti del prodotto della sua attività, poiché il sistema capitalistico presuppone che egli produca oggetti che non gli appartengono e che costituiscono una potenza estranea che ne aggrava la condizione di dipendenza.

2. In secondo luogo, l'operaio è alienato rispetto alla sua attività, poiché non solo il prodotto del suo lavoro, ma anche la sua capacità produttiva è proprietà del capitalista, che ne dispone in base ai propri interessi egoistici. Il lavoro si tramuta quindi in lavoro costrittivo, forzato, e l'operaio è ridotto a schiavo di un altro uomo, diventandone un suo possesso come una merce.

3. Di conseguenza, l'operaio si trova privato di qualsiasi cosa ne costituisca l'essenza, dal momento che secondo il filosofo, che aveva un'elevata concezione dell'attività lavorativa, l'uomo realizza la propria essenza nel lavoro, inteso come universo di realizzazione della libertà e creatività. Malgrado ciò, tale connotazione positiva del lavoro va a perdersi nel sistema capitalistico, nel quale si assiste allo sfruttamento, alla riduzione in cosa del lavoratore e al suo graduale imbruttimento.

4. Infine, un ultima modalità di alienazione dell'operaio si verifica nei confronti dei suoi simili, in quanto nel sistema produttivo egli è escluso da ogni forma di vita sociale umana e si relaziona esclusivamente con il capitalista, che è proprietario anche della sua esistenza e umanità.

IL SUPERAMENTO DELL'ALIENAZIONE

Scena tratta dal film "Tempi moderni" di Charlie Chaplin
(1936)

A partire dall'analisi della condizione degli operai, Marx giunge alla conclusione che per uscire dallo stato di alienazione e assoggettamento non sia sufficiente elaborare teorie astratte nella speranza di influenzare la coscienza dei governanti, ma è indispensabile modificare la base materiale della società, e cioè sradicare la causa che ha determinato la condizione di alienazione, indentificata dal filosofo nel sistema della proprietà privata. Nella storia dell'uomo i bisogni e le esigenze sono divenute sempre più complessi, e per essere soddisfatti è stato necessario instaurare un'organizzazione della produzione diversificata: una prima divisione è stata quella tra il lavoro manuale e quello intellettuale, a partire dalla quale si è attuata una frantumazione della società in classi contrapposte. Tale divisione del lavoro ha da un lato generato ricchezza e progresso, mentre dall'altro è stata causa di scissioni e disuguaglianze. In esso, soltanto una minoranza di capitalisti detiene la proprietà dei mezzi produttivi e possiede la "persona" dell'operaio. Al fine di superare la situazione di sfruttamento non è tuttavia richiesta l'eliminazione dei mezzi di produzione, ma lo è la negazione radicale della società borghese e delle sue istituzioni.
Marx è oltretutto alquanto critico nei confronti del moderno liberalismo, il quale giustifica l'egoismo e l'individualismo, perché i cittadini sono uguali di diritto (davanti alla legge) ma diseguali di fatto (condizioni materiali di vita). Occorre quindi una "rivoluzione sociale" da parte della classe proletaria, mirata alla distruzione dello Stato borghese e alla fondazione di una società in cui è abolita la proprietà privata dei mezzi di produzione ed è eliminata la divisione in classi.

LA CRITICA ALLE POSIZIONI DELLA SINISTRA HEGELIANA

Il tema del superamento dell'alienazione e delle modalità di realizzazione di esso è ciò che separa Marx dalla sinistra hegeliana, i quali vengono accusati di non "combattere il mondo realmente esistente", ,a piuttosto soltanto le "frasi di questo mondo". Essi, tra cui Feuerbach, ritengono che sia necessario eseguire una critica serrata della realtà nel tentativo di ricondurla alla razionalità, ma sostengono che ciò sia compito della filosofia. Per Marx, attuare una rivoluzione ideale e non materiale, ossia agire modificando le idee, significherebbe d'altro canto incorrere nello stesso errore di Hegel, che aveva fatto del concreto una manifestazione dell'astratto.

LA CONCEZIONE MATERIALISTICA DELLA STORIA


La concezione materialistica della storia si fonda sull'analisi di Marx delle posizioni di Feurbach e Hegel. Per quanto concerne Feuerbach, il filosofo individua l'errore di considerare l'essenza dell'uomo come qualcosa di compiuto, senza considerarne la sua storicità, e dell'interpretazione della realtà come oggetto già costituito e non come prodotto dell'attività umana. In relazione a Hegel, invece, Marx ritiene inesatto il fatto che abbia ricondotto tutto il processo storico a uno sviluppo ideale. La visione di Hegel può essere pertanto corretta con quella di Feuerbach, definendo l'uomo come essere che diviene ciò che è in base alle condizioni materiali in cui si trova a vivere. Tali considerazioni hanno portato all'elaborazione del concetto di "materialismo storico", che consiste in una prospettiva metodologica secondo cui la storia è il risultato della trasformazione delle forme di produzione delle varie epoche (dinamiche di natura socio-economica).
Il compito che Marx attribuisce alla filosofia è pertanto quello di studiare la storia in modo oggettivo e scientifico rimuovendo le ideologie che celano la verità, poiché la cultura costituisce uno strumento ideologico di potere ed è espressione della classe dominante (con cui diffonde i propri interessi).

I RAPPORTI FRA STRUTTURA E SOVRASTRUTTURA

La base materiale del motore della storia coincide con i "modi di produzione" delle varie epoche storiche e che sono costituiti da due elementi fondamentali:
  • Le forze produttive, che consistono nelle componenti che consentono la produzione, ovvero la forza-lavoro, i mezzi utilizzati e le conoscenze tecniche e scientifiche;
  • rapporti di produzione, vale a dire l'organizzazione stessa del lavoro e le relazioni che si stabiliscono tra i soggetti coinvolti nel processo produttivo, in particolare tra il capitalista e gli operai.
L'insieme di tali elementi viene denominata da Marx "struttura" della società, mentre l'insieme delle varie produzioni culturali ne è la "sovrastruttura", le quali dipendono direttamente dal complesso dei rapporti produttivi di una determinata epoca: ad esempio, in passato, l'economia era principalmente rurale e di conseguenza il numero elevato di figli era una risorsa fondamentale, trasformandosi nel tempo da nucleo patriarcale a organizzazioni più libere. Ciò implica dunque che mutando le condizioni storiche di vita, cambiano anche i modi di valutare le cose e i comportamenti privati e sociali. Il rapporto tra i due piani della realtà dev'essere considerato come un principio "euristico" finalizzato a orientare l'analisi storica e la formulazione di programmi politici.

LA DIALETTICA MATERIALE DELLA STORIA

Scena tratta dal film "Tempi moderni" di Charlie Chaplin
(1936)

La struttura economica della società non ritrae una situazione statica, poiché è dotata di profondo dinamismo che coincide con la dialettica materiale della storia. Il filosofo sostiene difatti che in ogni epoca storica a determinate forze produttive corrispondono precisi rapporti di produzione, che sono funzionali per la produzione stessa. Ciò nondimeno, può accadere che le forze produttive progrediscano con maggiore rapidità rispetto ai rapporti di produzione, ossia che non siano in grado di realizzarsi pienamente. Secondo Marx, tale contraddizione è risolvibile frantumando l'involucro, ossia i vecchi rapporti di produzione, che protegge le forze produttive nell'apice del loro sviluppo, e propone cioè una rivoluzione come capovolgimento dialettico in chiave materialistica delle forze in campo della società. Dal momento che le forze di produzione in evoluzione sono espressione di una classe in ascesa e i rapporti di produzione sono espressione degli interessi della classe dominante, il conflitto a cui si da vita è un conflitto di classe e la rivoluzione porta a un rovesciamento del potere. Accadde ad esempio in Francia, con la rivoluzione industriale, in cui la classe dominante e sfruttatrice è stata spodestata da una nuova classe dominante, interessata a modificare le relazioni sociali, ma viene teorizzata da Marx in relazione alla società capitalistica, in cui il conflitto tra il proletariato e la borghesia capitalistica è destinato ad accrescersi sempre di più.

Riassunto:

Marx:
  • afferma che esistono quattro tipi di alienazione dell'operaio:
  1. rispetto al prodotto del suo lavoro;
  2. rispetto alla sua attività;
  3. rispetto alla propria essenza;
  4. rispetto ai suoi simili
  • per superare i quali bisogna abbattere la società borghese e le sue istituzioni e realizzare la nuova società comunista, in cui è eliminata la proprietà privata ed è soppressa la divisione in classi
  • teorizza il materialismo storico, secondo cui vi è una base materiale che rappresenta il motore della storia, cioè la struttura, da cui deriva la sovrastruttura = l'insieme delle produzioni culturali
La struttura è composta dai modi di produzione, tra i quali si genera un divario e nasce un conflitto di classe:
  • le forze produttive = espressioni di una classe ascesa;
  • i rapporti di produzione = espressione degli interessi della classe dominante


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