Il materialismo naturalistico di Feuerbach

(Pag. 54 - 58)
Incisione ad acquaforte di Ludwig Feuerbach di A. Newmann

UNA PERSONALITÀ ANTICONFORMISTA

Ludwig Feuerbach
nasce nel 1804 da una famiglia bavarese agiata e colta, e dopo aver studiato teologia e filosofia con maestro Hegel, a 25 anni inizia a insegnare all'università. La sua esistenza apparentemente tranquilla e monotona viene tuttavia interrotta dalla pubblicazione del libro "Pensieri sulla morte e l'immortalità", che, seppur anonimo, viene ricondotto a lui con accuse di "spirito libero", "ateo" e "anticristo in persona", e di conseguenza abbandonerà l'insegnamento ma intensificherà i suoi studi. Nel 1841 scrive "L'essenza del cristianesimo", che lo renderà noto in tutto il mondo scientifico, e le sue tesi anticonformiste in ambito religioso catturano l'interesse dei giovani. Nonostante l'invito a tenere nuovamente lezioni e partecipare alla vita politica, Feuerbach rimarrà fedele alla sua vita ritirata.

L'ATTENZIONE PER L'UOMO COME ESSERE SENSIBILE E NATURALE


Studiando la prospettiva hegeliana, Feurbach si rende conto che essa omette il concetto di uomo concreto, ovvero di soggetto dotato di un'essenza nella corporeità e nella materia. Egli afferma quindi che "bisogna fare dell'uomo la questione centrale della filosofia", vale a dire cioè che essa dovrebbe tornare a interrogarsi sull'essere umano nella sua dimensione sensibile. La visione di Feuerbach dell'umanità, intesa come insieme di esseri naturali, concreti, inseriti in una comunità sociale e con specifici bisogni materiali, implica una maggiore attenzione alle condizioni di vita delle persone, e di conseguenza per elevare il livello spirituale di un popolo bisogna migliorarne la situazione materiale. L'espressione "L'uomo è ciò che mangia" attribuita al filosofo puntualizza difatti l'esigenza di rivalutare gli aspetti dell'esistenza su cui si fonda il cosiddetto "materialismo naturalistico", secondo cui la natura, e non le idee (idealismo), è il fondamento di ogni cosa.

L'ESSENZA DELLA RELIGIONE


Nella sua opera principale, ovvero "L'essena del cristianesimo", Feurbach segna il passaggio da una concezione teologica a una concezione antropologica (umanismo) della centralità dell'uomo naturale e sensibile, che libera dal vincolo religioso che fino ad allora lo rendeva dipendente da un'entità superiore. Secondo il filosofo, inoltre, quest'ultima deriva dal fatto che l'uomo proietta fuori di sé le sue qualità più elevate, quali la ragione e l'amore, e le attribuisce a Dio, che rappresenta dunque sia la realizzazione ideale dei bisogni dell'umanità, sia la personificazione delle sue doti migliori. In tal senso non è più Dio a creare l'uomo a propria somiglianza, bensì è l'uomo a creare Dio come sua rappresentazione, e ciò avviene in via del suo "sentimento di dipendenza", che è il fondamento della religione e che Feuerbach sostiene essere la natura esterna (insieme dei fenomeni atmosferici) e interna (insieme di desideri e impulsi).

L'ALIENAZIONE RELIGIOSA


Il conferimento a Dio delle qualità umane e la sottomissione ad esso è il risultato della cosiddetta "alienazione religiosa", che consiste nell'esternazione dell'essenza umana in un essere trascendente, e che comporta oltretutto una profonda falsificazione della natura umana, in quanto vengono poste al di fuori di essa le sue caratteristiche nobili e universali, mentre si conservano unicamente quelle negative.
Tale condizione umana può pertanto essere superata solamente grazie alla "filosofia dell'avvenire" di Feuerbach, la quale sollecita un recupero da parte degli uomini della propria dignità e del proprio valore. Nella sua opera si intrecciano religione e politica, dal momento che l'abbattimento della religione consentirebbe all'uomo di riacquistare la consapevolezza del suo potere e di abolire ogni forma di servitù, spirituale e materiale, ragion per cui il presupposto dell'emancipazione umana si identifica infine nell'ateismo. In conclusione, per Feuerbach la trasformazione delle idee può portare a trasformare e migliorare una realtà che non sempre è razionale.

Riassunto:

Feuerbach:
  • ritiene che l'oggetto della filosofia debba essere l'uomo come essere naturale e concreto, e le condizioni di vita materiali delle persone;
  • afferma che la religione genera alienazione, infatti comporta la rinuncia della propria essenza a favore di un essere estraneo e trascendente, pertanto l'abbattimento della religione diventa presupposto dell'emancipazione



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